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Casa: in arrivo la "service tax"
Da giorni si parla dell`imposta municipale sugli immobili da circa 400 euro a testa per far entrare nelle casse degli enti locali circa 30 miliardi di euro
La domanda e`: i cittadini pagheranno di meno o di piu`?
E ai Comuni bastera` o dovranno potenziarla in futuro?
La “municipale”, l`ultima nata della categoria, la nuova imposta unica sugli immobili, detta anche “Service tax“, fa gia` discutere. Anche perche` i conti non tornano e ogni giorno si aggiunge l`ingrediente a sorpresa, a nutrire una torta da 30 miliardi di euro.
Denari che i sindaci, gongolanti, potranno gestire dal 2012 in autonomia, 20 miliardi in piu` di quanto oggi incassano con l`Ici. Ma che impoveriranno un equivalente gettito “centrale“, fatto anche di trasferimenti agli stessi Comuni. Una coperta troppo corta?
La nuova tassa locale, pilastro di esordio del federalismo, e` comunque in dirittura d`arrivo. Potrebbe essere varata gia` il 31 luglio, con l`approvazione del decreto attuativo, uno dei cinque “federali“.
Soddisfatto Tremonti (“Il federalismo municipale portera` piu` trasparenza, piu` democrazia e poi verranno fuori bei soldi dal recupero dell`evasione”). Molto soddisfatta la Lega, ministro Calderoli in testa, che si attribuisce il merito della “politica delle formichine”. Recupera di qua, recupera di la` fanno, appunto, 30 miliardi.
Ma cosa c`e` dentro la “municipale”? Tutte le imposte legate agli immobili (per il possesso o il trasferimento del bene), destinate ora all`accorpamento.
All`inizio erano quattro: Ici (sulle seconde case), imposta ipotecaria e catastale, imposta di registro e Irpef riconducibile agli immobili. Poi, proprio Calderoli in un`intervista dei giorni scorsi, ne ha aggiunte altre tre: la Tarsu (rifiuti), 4,2 miliardi, un`imposta forfettaria sulle case fantasma, 1,5 miliardi (meno dei 5 miliardi ipotizzati dal ministro), e la cedolare secca sugli affitti al 23% che vale 1,8 miliardi.
“I Comuni potranno introdurre o meno la tassa”, dice Calderoli che non esclude un`ulteriore addizionale per riunificare “gli altri tributi comunali come la Tarsu e che i sindaci potranno spostare in su o in giu`”. Una leva lasciata nelle mani dei primi cittadini che apre, pericolosamente, l`incognita: si paghera` di piu` o di meno?
Secondo le previsioni di calcolo della Cgia di Mestre, la “municipale” costera` 432 euro ad ogni italiano. Liguri ed emiliani tra i piu` tartassati, dovranno rispettivamente 670 e 611 euro. Record per i valdostani, 704 euro. Chiudono la classifica i molisani con 274 euro. Sopra la media nazionale, i marchigiani (586), i toscani (555), i lombardi (498), i piemontesi (472). Ma e` solo una stima e per difetto. Il tributo sara` dovuto da tutti i possessori di qualsiasi immobile, situato nel territorio comunale e diverso dalla prima casa.
Le prime critiche alla Service tax arrivano dall`interno della maggioranza.
“La cedolare secca sugli affitti non ha niente a che vedere con il federalismo, ma riguarda l`Irpef nazionale”, attacca Mario Baldassari, senatore Pdl, membro della commissione sul federalismo. “Avevo proposto di inserirla nella manovra e avevo trovato anche la sua copertura, visto che la cedolare comporta circa 1,8 miliardi in meno di gettito Irpef: bastava anticipare al 2011 i tagli alla spesa della pubblica amministrazione. E invece l`emendamento e` stato bocciato. Ora invece arriva la proposta del 23%, definita come una manna per i Comuni. Ma chi paga? I Comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. I miracoli non esistono”.
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