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Patto di stabilità, la Toscana cede 60 milioni ai suoi Comuni
La Regione aiuta anche quest'anno gli enti locali più virtuosi a pagare fornitori e imprese, senza rinvii

La giunta regionale ha definito la quota di liquidità che quest’anno cederà ai Comuni toscani virtuosi e che consentirà ad alcune amministrazioni di alzare l’asticella delle spesa da qui alla fine dell’anno. Saranno 60 milioni: di meno rispetto ai 100 milioni dell’anno scorso, perché il patto di stabilità imposto dal governo per tenere a freno la spesa pubblica si è fatto più severo anche per le Regioni.

«Ma nonostante le difficoltà e i tagli del governo siamo riusciti comunque a rinnovare questo premio – commenta l’assessore al bilancio e alle finanze della Toscana, on. Riccardo Nencini -. La quota messa a disposizione è più bassa dell’anno scorso, ma è stato uno sforzo non indifferente anche solo mantenerla. E’ la dimostrazione di come, nonostante tutto, vogliamo rimanere solidali con gli enti locali».

La cessione risolverà uno degli attuali paradossi del patto di stabilità, che obbliga molte amministrazioni a rinviare i pagamenti di opere, servizi e investimenti già fatti nonostante che in cassa i soldi ci siano.

L’anno scorso la Regione cedette agli enti locali 100 milioni di liquidità, permettendo a 32 comuni e una Provincia di superare, per un pari importo, il limite imposto dal patto di stabilità interno.

Quei 100 milioni sarebbero altrimenti rimasti tutti nelle casse pubbliche e le prime ad essere penalizzate sarebbero state le imprese, che in un momento di crisi hanno ancora più bisogno di liquidità per pagare i lavoratori ma anche altri fornitori.

La Toscana è stata nel 2009 la Regione che ha ceduto la quota più alta di liquidità agli enti locali ed anche quest’anno si conferma ai primi posti.

In contemporanea la Regione ha lanciato quest’anno l’idea di un patto di stabilità territoriale. Il principio è un po’ quello dei vasi comunicanti. Un Comune o una Provincia non possono spendere oltre una cifra, che viene fissata dal governo tenuto conto di più parametri. Oggi il patto di stabilità si misura per ogni ente: la proposta è quella di guardare all’aggregato regionale del comparto, chiedendo ai Comuni con quote in eccedenza di cederle a chi è invece in maggiore difficoltà.

Non conta se il singolo Comune o Provincia centrano l’obiettivo, ma se l’obiettivo in tutta la Toscana viene raggiunto. Entro la fine del mese, al massimo entro ottobre, saranno raccolte le adesioni.

Fonte: www.regione.toscana.it

 


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