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Edilizia: dall'Ue nuove regole per l'efficienza energetica
Varato un nuovo regolamento che chiarisce le possibilità degli stati membri di ottenere finanziamenti per promuovere efficienza energetica e rinnovabili nel settore
La Comunità europea mette a disposizione fondi o altri programmi di incentivazione per promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo delle rinnovabili in edilizia.
La precisazione arriva nel nuovo regolamento Ue pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di qualche giorno fa e già entrato in vigore (fatte salve alcune disposizioni che saranno applicate a partire da giugno prossimo).
Il provvedimento punta ad migliorare, da parte degli stati membri, l’uso delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Europa per promuovere efficienza e fonti rinnovabili nel settore edile.
A partire dal Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, per il quale già nel 2009 l’Unione aveva stabilito che è possibile utilizzare fino al 4% delle quote totali nazionali per promuovere misure di efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili nel settore edilizio.
Per lo stesso scopo, sono inoltre a disposizione dei governi nazionali i finanziamenti della Banca europea, i Fondi strutturali europei e il Fondo di coesione, nato per uniformare il livello di sviluppo nei diversi stati membri.
Il nuovo regolamento precisa che per godere del contributo di uno di questi fondi lo stato richiedente dovrà presentare un programma operativo che fissa una strategia generale di sviluppo con una serie di obiettivi da realizzare con il finanziamento in questione.
Il programma sarà poi vagliato dalla Comunità, che deciderà se accordare o meno l’uso dei fondi richiesti.
Il dispositivo precisa inoltre la soglia oltre la quale i progetti vanno considerati grandi progetti, ovvero 50 milioni di euro, e prevede, per garantire un appropriato monitoraggio dei progetti ambientali con un costo totale compreso tra i 25 e i 50 milioni di euro, l’obbligo di includere informazioni su tali progetti nei rapporti sull’esecuzione dei programmi operativi.
Fonte: Eco dalle Città
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