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Costruzioni, Ance "C'è ancora forte crisi"
Secondo l'Osservatorio congiunturale Ance il settore è ancora in stato di sofferenza e le previsioni per il 2011 non sono affatto rosee con il nuovo ddl della legge di stabilità
E’ stato presentato l‘Osservatorio Congiunturale sull‘Industria delle Costruzioni curato dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi dell‘Ance.
Riportiamo di seguito i dati su investimenti in costruzioni, occupazione, situazione del credito e gli effetti della Manovra economica sul settore.
In 4 anni persi 29 miliardi di euro
Secondo l’Ance nel 2010 gli investimenti in costruzioni diminuiranno del 6,4% e un’ulteriore flessione, pari a -2,4%, si prevede per il 2011. Se a questo si aggiungono i risultati negativi del 2009 (-7,7%) e del 2008 (-2,8%), si arriva a un calo complessivo, dal 2008 al 2011, del 17,8%, pari a circa 29 miliardi di euro.
Nuove abitazioni: perso il 34,2%
A soffrire di più il comparto delle nuove abitazioni che, nei quattro anni considerati, avrà perso il 34,2%. Nel solo 2010 la riduzione di investimenti nel nuovo raggiunge il -12,4%.
A mitigare questo effetto il risultato degli investimenti nel recupero abitativo, che sono aumentati dello 0,5%, facendo segnare per il comparto, nel suo complesso, un -4,9% nel 2010.
La riqualificazione degli immobili esistenti ha giocato un ruolo importante, grazie anche alle agevolazioni fiscali (36% e 55%) previste per tali interventi, che hanno influito in maniera positiva sulla tenuta dei livelli di attività.
Lavori pubblici: calo del 32%
Per i lavori pubblici la flessione è in atto dal 2005 e nell’arco di sette anni (2004-2011) gli investimenti risulteranno diminuiti di quasi il 32%.
Il giudizio delle imprese: diminuisce la fiducia nel settore
Il giudizio sullo stato di salute del settore delle costruzioni è decisamente negativo: oltre il 40% delle imprese associate all’Ance dichiara di operare in una fase di forte recessione.
Inoltre il 32,2% delle imprese si aspetta una ulteriore riduzione delle commesse nel 2011.
Nel 2011 290 mila posti di lavoro persi compreso l’indotto
Dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso, considerando a anche l’indotto, 250.000 posti di lavoro. Le stime per il 2011 sono ancora negative, e si arriverà a 290.000 posti di lavoro persi.
PREVISIONI 2011: ULTERIORE CALO DEGLI INVESTIMENTI
Le previsioni dell’Ance sono orientate verso un’ulteriore flessione degli investimenti, pari al 2,4%. Il settore abitativo registrerà un calo dell’1,2%, ma a calare saranno soprattutto le nuove abitazioni
(-4%) mentre si registra un lieve aumento delle ristrutturazioni (+0,5%).
Secondo l’Associazione Costruttori edili tornerà a crescere il settore immobiliare residenziale: dopo aver perso circa il 28% tra il 2007 e il 2009, il mercato immobiliare residenziale interrompe la lunga serie di segni meno e nel primo semestre del 2010 torna a crescere con un +4,4%.
L’indagine rapida condotta sulle imprese Ance evidenzia anche una permanenza della stretta creditizia al settore delle costruzioni. Il problema di liquidità sconta anche la difficoltà di vedere
soddisfatti i propri crediti verso la pubblica amministrazione.
Quasi la metà delle imprese Ance denuncia ritardi medi che superano i 4 mesi oltre i termini contrattuali, con punte di ritardo che toccano i 2 anni. Sono soprattutto le imprese più piccole a
incontrare difficoltà nel riscuotere i crediti vantati.
Per l’Ance la soluzione del problema potrebbe venire dalla nuova Direttiva europea sui ritardati pagamenti, approvata dal parlamento Ue a fine ottobre 2010, la cui applicazione potrebbe dare una spinta al miglioramento dell’efficienza della p.a. garantendo allo stesso tempo un migliore livello di indennizzo per le imprese.
La Direttiva prevede, infatti, una riduzione del termine standard di pagamento dei lavori a 30 giorni e introduce un tasso di interesse maggiorato dell’8% sin dal primo giorno di ritardo.
Un altro elemento di difficoltà è dato dal progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione delle opere pubbliche, testimoniato dal calo di risorse stanziate per nuove infrastrutture.
Dall’analisi del disegno di legge di stabilità 2011 emerge una riduzione del 14% rispetto all’anno precedente, un calo pesante che si somma a quelli altrettanto significativi registrati nel 2009 (-13,4% rispetto al 2008) e 2010 (-9,8%).
Complessivamente le risorse per nuove infrastrutture sono diminuite del 30% nel triennio 2009-2011.
Accanto a questo si registra una concentrazione delle risorse per infrastrutture in pochi capitoli di spesa.
Il disegno di legge di stabilità per il 2011 non prevede inoltre alcun contributo in conto capitale per l’Anas..
Da segnalare anche i tagli alle risorse per l’edilizia sanitaria (-1,8 miliardi di euro nel biennio 2011-2012 rispetto alle previsioni) e alle Ferrovie dello Stato (-922 milioni nel triennio 2011-2013).
La diminuzione degli stanziamenti per nuove infrastrutture a livello
nazionale si accompagna a una progressiva riduzione degli investimenti locali.
Risultano fortemente ridotti i trasferimenti a Regioni(10 miliardi di euro nel biennio 2011-2012), Province e Comuni e si registra inoltre un forte irrigidimento del Patto di stabilità interno, che secondo le valutazioni dell’Anci provocherà una riduzione di circa 3,3 miliardi di euro di investimenti dei Comuni.
Ciò significa che i Comuni soggetti al Patto di stabilità interno
ridurranno gli investimenti in opere pubbliche del 30%.
Oltre alla diminuzione di stanziamenti per nuove infrastrutture preoccupa la lentezza con la quale vengono spese le risorse disponibili.
E’ fondamentale, innanzitutto, accelerare l’effettivo avvio del Piano
Cipe delle opere prioritarie.
In particolare è necessario realizzare i programmi di opere mediopiccole contenuti nel Piano e dotati di 3,4 miliardi, che fanno registrare i tempi più lunghi per la decisione politica di assegnazione dei fondi.
Vanno accelerati inoltre i programmi finanziati con le risorse dei fondi strutturali e del fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), relativi al periodo 2007-2013, che prevedono complessivamente 42,3 miliardi di euro di investimenti in costruzioni (35,6 al Sud).
Lo scarso livello di avanzamento dei programmi è determinato, tra
l’altro, dal blocco della quota di cofinanziamento nazionale provocata
dal patto di stabilità interno, che rischia di provocare la restituzione di 9,6 miliardi di euro di risorse europee.
Fonte: Ance
www.ediliziaurbanistica.it