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Federalismo municipale:al lavoro sugli emendamenti
Si intende espandere la tassa dei rifiuti e attribuire ai comuni una percentuale del gettito dell'imposta di registro e di bollo e delle imposte ipotecaria e catastale
Ritorna in Parlamento il confronto sul nuovo testo del decreto di attuazione del federalismo municipale, sul quale la Bicamerale deve esprimere non oltre il 28 gennaio – data di scadenza della proroga – il parere.
Per il fisco comunale si intende espandere la tassa dei rifiuti con parametri che incrocino l’Ici, l’irpef e il quoziente familiare.
Domani Calderoli incontrerà il presidente della ‘Bicameralina’ Enrico la Loggia e poi gli uffici di presidenza anche delle commissioni bilancio di Camera e Senato.
Quindi si lavora al riordino della tariffa sui rifiuti, tenendo conto anche del criterio della composizione del nucleo familiare, e dell’addizionale comunale all’Irpef in un prossimo decreto. Calderoli porterà queste modifiche al decreto sul fisco comunale. Il ministro della Semplificazione le presenterà forse domani sul tavolo della bicamerale per il federalismo fiscale.
In un elenco delle principali ipotesi di modifica al testo si spiega infatti che ”con distinto decreto si provvedera’ al riordino dell’imposta di scopo e dei prelievi relativi alla raccolta sui rifiuti solidi urbani, avendo riguardo anche alla superficie e alla rendita catastale degli immobili, nonche’ alla composizione del nucleo familiare abitativo nonche’ al riordino dell’addizionale comunale all’Irpef”.
Inoltre si prevede, fra l’altro, l’attribuzione ai comuni di una percentuale del gettito dell’imposta di registro e di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie, che rimangono tributi erariali.
C’e’l’attribuzione ai comuni di una quota del gettito della cedolare secca sugli affitti, in modo tale da assicurare la neutralita’ finanziaria del decreto e una attribuzione ai comuni di una compartecipazione al gettito dell’IRPEF.
Quanto all’introduzione della cedolare secca, si prevede un’ aliquota del 23%, salvo che per i contratti a canone concordato per cui l’aliquota e’ del 20%.
Il gettito riscosso con il 3 per cento della cedolare secca al 23% viene destinato alle famiglie di affittuari di una prima casa con figli a carico.
Quanto ai requisiti reddituali necessari per un riconoscimento di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, si tiene conto anche del reddito assoggettato alla cedolare secca.
Fonte: Regioni.it
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