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Alloggi a prezzo calmierato in Lombardia
L'assessore regionale Zambetti annuncia la disponibilità in tempi rapidi circa 800 alloggi con le diverse tipologie di canone
Regione Lombardia punta a colmare la necessità di alloggi a prezzo calmierato a partire da un’analisi attenta non solo di quante case mancano, ma anche per quale tipo di domanda, identificando cioè coloro che ne hanno realmente bisogno.
Lo ha ricordato l’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, intervenendo insieme all’assessore al Territorio Daniele Belotti, al Convegno di Cisl Lombardia, durante il quale è stata presentata una ricerca del Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, che dimostrerebbe come nella sola città di Milano entro il 2018 potrebbero essere necessari 500.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Alla Tavola rotonda sono poi intervenuti anche il presidente di Federcasa Lombardia Loris Zaffra, quello dell’Anci Attilio Fontana e il segretario della Cisl Gigi Petteni.
A QUALI DOMANDE RISPONDERE – “La considerevole riduzione delle disponibilità finanziarie in ambito pubblico – ha notato Zambetti – ci impone di individuare con precisione i diversi bisogni, così da poter destinare in maniera mirata le risorse a chi si trova in condizioni più critiche e di disagio”.
Con la recente crisi, infatti, il bisogno delle famiglie si è notevolmente acutizzato ed esteso anche a componenti della società che nel periodo precedente riuscivano autonomamente a fare fronte ai propri bisogni e aspirazioni di vita ed ora richiedono un aiuto.
“Qualcosa significa – ha detto Zambetti – se il nostro bando per il Fondo sostegno affitti ha raccolto oltre 69.000 domande, 10.000 in più dello scorso anno. Vi faremo fronte con 50 milioni di euro”. “Analogamente – ha aggiunto – abbiamo destinato un contributo straordinario a chi ha perso il posto di lavoro o è stato sottoposto a sfratto esecutivo. E non abbiamo dimenticato chi deve comprare la prima casa, soprattutto le fasce più deboli”.
LA FASCE DI REDDITO – Zambetti ha anche fatto presente che in Lombardia il 18,5 per cento delle famiglie (circa 743.000) ha un reddito inferiore a 20.000 euro e il 22,2 per cento ha un reddito compreso tra 20.000 e 30.000 euro.
Ovviamente, a seconda della composizione del nucleo familiare, in questo 40,7 per cento si collocano le maggiori difficoltà a far fronte alle spese per l’abitazione, spese che talora diventano insostenibili, poiché superano spesso un terzo del reddito.
Ecco spiegato perché il mercato fa registrare un’eccessiva presenza di abitazioni a prezzo di mercato “che non ha contribuito a calmierare i prezzi” e, di contro, una notevole scarsità di alloggi a canone sociale o moderato.
PRESTO DISPONIBILI ALLOGGI A PREZZO CALMIERATO – I progetti regionali di riqualificazione dei quartieri e di recupero di aree degradate, finanziati con 800 milioni di euro, stanno eliminando il degrado abitativo e sociale di tante città e al contempo rendendo disponibili nuovi alloggi con prezzi calmierati.
“Anche la recente approvazione dei progetti selezionati nell’ambito del Piano nazionale per l’edilizia abitativa (54 milioni euro complessivi) – ha detto ancora Zambetti – ha dato il via ad un programma di interventi che renderà disponibili in tempi rapidi circa 800 alloggi con le diverse tipologie di canone (moderato, convenzionato, concordato)”. Alcuni dei progetti riguardano, tra l’altro, alloggi già realizzati e invenduti, che verranno resi disponibili a prezzi più accessibili rispetto a quelli di mercato.
L’URBANISTICA – L’assessore Belotti, riflettendo sulla ricerca del Diap, ha ricordato che in Lombardia il 48 per cento del territorio è montano e che l’85 per cento degli abitanti si concentra, invece, sul rimanente 52 per cento.
“Bisogna dunque agire – ha detto – consapevoli che va raggiunto un equilibrio nell’ottica di uno sviluppo che sia veramente sostenibile, che parta, ad esempio, dal recupero di aree o zone dismesse e dalla riqualificazione dei centri storici“. Per Belotti in questo processo vanno salvaguardati “territorio” appunto e “identità della comunità, perché questo è l’unico modo per scongiurare la ghettizzazione dei quartieri, evitando difficoltà a chi in quei posti è cresciuto”.
Fonte: www.regione.lombardia.it
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