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Edilizia pubblica, più di 543mila le proprietà dello Stato
Secondo l'indagine conoscitiva della commissione Finanze della Camera gli immobili statali sono oltre 222 milioni mq per un valore intorno ai 300 miliardi di euro

Sono “oltre 543.000” le unità immobiliari di proprietà dello Stato, per oltre 222 milioni di metri quadrati, per un valore che “oscilla tra 239 e 319 miliardi di euro”; a questi vanno aggiunti 776.000 terreni, per “oltre 13 miliardi di metri quadrati“, che valgono tra gli 11 e i 49 miliardi.

E’ quanto emerge dal documento conclusivo di un’indagine conoscitiva della commissione Finanze della Camera dedicata agli immobili pubblici.

Una gestione oculata, sottolinea la Commissione, permetterebbe di abbattere lo stock di debito, di abbassare il deficit evitando così i tagli lineari.

Il documento, approvato all’unanimita’, rende noti i dati del censimento degli immobili pubblici avviato dall’Agenzia del Demanio, con un questionario inviato a tutte le amministrazioni pubbliche e con altri strumenti di indagine.

Di fronte al questionario, gli enti pubblici proprietari di immobili hanno manifestato qualche resistenza, perche’ in molti casi le risposte non sono state complete: cosa che pero’ non ha impedito, grazie agli altri strumenti di indagini diversi dal questionario utilizzati, di avere una mappa attendibile degli immobili pubblici italiani.

”Secondo i dati forniti dal Dipartimento del Tesoro – sottolinea la Commissione Finanze – le comunicazioni relative al censimento ricevute nel periodo compreso tra il febbraio 2010 ed il marzo 2011 hanno riguardato solo il 53% delle amministrazioni pubbliche”. Si va dal ”100% per le Agenzie fiscali e dell’85% per i ministeri”, a solo il ”30% per quanto riguarda gli organi di rilievo costituzionale e del 19% per le altre amministrazioni centrali”.

Quanto alle altre amministrazioni, ”le percentuali più alte hanno riguardato le università (88%) le province (76%) e le regioni e province autonome (64%), mentre livelli inferiori al 60% si rilevano con riferimento ai comuni (59%), agli enti del servizio sanitario nazionale (43%) ai consorzi (37%) alle altre amministrazioni locali (28%) alle unioni di comuni e alle comunità montane (24%).

Eppure rileva la commissione Finanze, una ”ottimizzazione” degli immobili e degli spazi permetterebbe di dare una boccata d’ossigeno alle Casse statali: ”Nella delicata situazione in cui si trova la finanza pubblica italiana, determinata, storicamente, dalle imponenti dimensioni del debito pubblico, e resa ancora più critica dalle turbolenze internazionali che stanno investendo i mercati internazionali e’ infatti evidente come la razionalizzazione nell’utilizzo degli spazi da parte della pubblica amministrazione, e la conseguente riduzione dei costi, diretti ed indiretti, unita alla migliore valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, consentirebbero di generare risorse aggiuntive, sia in termini di risparmi di spesa, sia in termini di maggiori entrate patrimoniali, che risulterebbero preziose, anche in quanto consentirebbe di rinunciare ad altri strumenti di risparmio, quali il taglio lineare alle dotazioni di bilancio, che, per la loro generalità e tendenziale indiscriminatezza, comportano conseguenze sociali a volte dolorose o determinano spesso problemi alla stessa funzionalità delle amministrazioni”.

Fonte: Ansa


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