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Edilizia, il Ministro Matteoli contestato dai costruttori
Il ministro fischiato da alcuni partecipanti all'Assemblea Ance. Buzzetti: "Il tempo e' scaduto, facciamo sul serio. Il decreto Sviluppo è l'ultimo elemento di credibilità che diamo'"

Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e’ stato contestato da alcuni partecipanti all’assemblea Ance, intervenuti con fischi e grida mentre il ministro interveniva sul palco.

Dalla platea si sono alzati alcuni fischi e alcuni hanno gridato ”vergogna” all’indirizzo del ministro invitando piu’ volte altri partecipanti a uscire dalla sala.

Il ministro ha interrotto per un breve momento l’intervento per poi riprenderlo. Alcuni partecipanti che l’hanno contestato hanno lasciato la sala.

”Vergogna, basta. Andate Via”. Ha gridato un piccolo gruppo di imprenditori. ”Se ne devono andare a casa – hanno continuato i contestatori – le imprese stanno fallendo”.

”Questo e’ lo stato d’animo degli imprenditori in questo momento di scarsita’ di risorse”. Cosi’ il ministro ha commentato la contestazione.

”Molte imprese sono in grande difficolta’, capisco perfettamente lo stato d’animo – ha aggiunto – Gli imprenditori hanno tutta la mia comprensione”

”Il tempo e’ scaduto, facciamo sul serio. Il decreto Sviluppo e’ l’ultimo elemento di credibilita’ che diamo”. Lo ha detto il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, chiudendo il suo intervento all’Assemblea annuale dell’associazione, chiedendo al Governo di attuare quelle misure per il rilancio dell’economia che passano attraverso l’edilizia e la riqualificazione del territorio.

Un Patto sociale per la riqualificazione delle citta’. E’ quello che chiede il presidente dell’Ance.  ”L’edilizia – ha detto Buzzetti – e’ il motore fondamentale. Una grande occasione e’ il decreto Sviluppo che deve comprendere le infrastrutture e un piano di riqualificazione delle citta’ per il quale bisogna trovare uno stimolo fiscale”.

Per le citta’, Buzzetti auspica in particolare che ”l’effetto Grandi eventi (Giubileo, Olimpiadi, Expo) che e’ servito a citta’ come Roma, Torino e speriamo anche Milano per avviare programmi di riqualificazione e di rigenerazione edilizia, divenisse permanente e fosse esportato in tutte le nostre splendide citta’, in modo ordinario, con gli strumenti gia’ previsti”.

Per Buzzetti poi ”gli interventi di riqualificazione delle citta’ vedono una grande opportunita’ nel processo di dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”.

Per il presidente dell’Ance occorrono poi ”misure fiscali mirate” che possano coinvolgere piu’ operatori economici possibile anche attraverso una ”campagna di rottamazione dell’usato” anche per i vecchi immobili.

Tutto cio’ insieme al mantenimento delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’introduzione di altre agevolazioni del tipo di quelle introdotte in Francia sull’accesso alla prima casa (mutui a tasso zero) e il rilancio del mercato dell’affitto in aree oggetto di riqualificazione.

”Una domanda aggiuntiva di 1.000 milioni di euro nelle costruzioni – ha ricordato Buzzetti – genera sul sistema economico una ricaduta di 3.374 milioni di euro di cui 1.000 milioni nel comparto delle costruzioni, 1.013 milioni nei settori direttamente e indirettamente collegati all’edilizia e 1.361 milioni nei settori attivati dalla spesa delle famiglie che, alimentata dall’aumento dei redditi, richiede maggiori produzioni”.

”Non possiamo credere – ha concluso Buzzetti – che l’Italia, culla della civilta’ urbana, che ha prodotto il modello della citta’ ideale, copiata e invidiata in tutto il mondo, ora si debba arrendere a vedere i propri centri urbani agli ultimi posti di tutte le classifiche in fatto di vivibilita’ e di competitivita”.

 Fonti: Ansa e Asca


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