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Case fantasma, i giovani ingegneri contro l'accordo
Protesta dei giovani professionisti dell'Ordine di Cagliari contro la prestazione "gratuita" a favore dell'Agenzia del territorio per gli immobili non dichiarati

Ingegneri al servizio dello Stato, gratis. Ai giovani ingegneri cagliaritani l’accordo preso tra il Consiglio nazionale degli Ingegneri e l’Agenzia del Territorio per l’attività congiunta sugli immobili non dichiarati al catasto, non è sembrato così vantaggioso, anzi forse è apparso più come un’azione di volontariato.

La protesta, partita appunto da alcuni giovani ingegneri iscritti all’ordine della provincia di Cagliari, è contro la circolare n°445 del 3 agosto 2011 la quale stabilisce “l’attività congiunta di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti dei titolari di immobili non dichiarati al catasto”.

Da parte sua il Consiglio nazionale degli ingegneri si impegna a prevedere l’individuazione, da parte dei singoli ordini, di professionisti di comprovata esperienza che agiranno a titolo completamente gratuito «nell’interesse delle istituzioni coinvolte e della collettività».

Quest’opera di “censimento patrimoniale” si sta realizzando con un software elaborato da Sogei (società per azioni a capitale pubblico controllata dal ministero dell’Economia) previa scheda tecnica, sulla quale annotare eventuali irregolarità rispetto a quanto documentato nei database dell’Agenzia del territorio.

I giovani ingegneri cagliaritani individuano in questa intesa almeno tre violazioni normative:
–  legge-quadro sul volontariato 266/1991: l’incompatibilità del volontariato con qualsiasi forma di lavoro subordinato o autonomo

– art. 36 della Costituzione: “Il lavoratore deve essere retribuito proporzionalmente alla quantità e alla qualità di lavoro svolto e sufficientemente per poter avere un’esistenza libera e dignitosa” 

– la prestazione professionale deve essere sempre fatturata.

E’ paradossale – osservano i giovani ingegneri iscritti all’Ordine della provincia di Cagliari –  che si possa lavorare gratuitamente per lo Stato mentre nei casi di progetti realizzati anche solo per i propri genitori il Fisco impone che la prestazione professionale venga fatturata.

Fonte: Corriere.it


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