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Piano Casa Lazio: "E' in vigore a tutti gli effetti"
Lo dichiara l'assessorato regionale alle Politiche del territorio e dell'Urbanistica. Il Cnappc e gli architetti romani chiedono chiarimenti
Non accenna a fermarsi la polemica innescata dall’impugnazione id alcuni articoli della l.r. 10/2011 del Lazio, conosciuto come Piano casa regionale.
“La legge è in vigore a tutti gli effetti, in quanto l’impugnativa si riferisce esclusivamente a tre aspetti relativi alla pianificazione paesaggistica, il condono e la disciplina del governo del territorio”.
E’ quanto comunica una nota dell’assessorato alle Politiche del territorio e dell’Urbanistica della Regione Lazio.
“Pertanto- prosegue la nota- i cittadini possono continuare a presentare regolarmente le istanze per la realizzazione degli interventi di ampliamento, di sostituzione edilizia e di recupero degli edifici esistenti, che non sono stati in alcun modo oggetto dell’impugnativa”.
”Mentre il ministro Galan continua la sua azione di contrasto, soprattutto mediatico, verso il piano casa del Lazio, il nostro patrimonio storico archeologico dell’intera Umanita’ si frantuma e sgretola giorno dopo giorno.
Pompei e’ l’esempio. Entrando nel merito tecnico delle polemiche sollevate in questi giorni, ritengo opportuno puntualizzare che la normativa del Piano Casa nella sua completezza rispetti totalmente le leggi e la Costituzione”. Lo scrive, in una nota, il vicepresidente della Regione Lazio e assessore all’Urbanistica Luciano Ciocchetti.
”Espressamente all’interno dei commi impugnati si definisce, inoltre una prassi di copianificazione tra stato e regione con il meccanismo dell’intesa che e’ previsto all’artico 117 della costituzione Italiana ed il codice dei beni culturali.
Invito il ministro Galan – conclude Ciocchetti – a non farsi mal consigliare soltanto dai suoi fidi e non obbiettivi collaboratori, ma a leggere personalmente la legge”.
Sulla vicenda dell’impugnazione del Piano Casa Lazio sono intervenuti anche il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e l’Ordine degli Architetti di Roma che, in particolare ”esprimono la loro convinzione che la gestione del patrimonio urbano e territoriale debbano essere sviluppati, alle diverse scale d’intervento, in modo coordinato e consapevole mantenendo una coerenza ed un controllo nazionale sulle questioni di tipo paesistico ed ambientale, peraltro tutelate dalle norme costituzionali, affermando in modo inequivocabile il rispetto della legislazione vigente e, nel caso specifico, i contenuti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.
Secondo Amedeo Schiattarella, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma ”la semplificazione delle procedure relative all’approvazione di strumenti urbanistici ed edilizi a livello locale e’ una grande opportunita’, ma deve essere gestita in modo consapevole e coerente, proponendo modelli capaci sia di instituire regole certe e coerenti, sia di velocizzare gli iter procedurali sia, altresi’, di valorizzare l’immenso patrimonio edilizio ed ambientale italiano”.
Nello specifico, temi importanti e strategici per lo sviluppo del territorio come la realizzazione di nuovi porti, di nuove strutture per il turismo e lo sport invernale o di espansione delle cave estrattive dovrebbero essere affrontati con strumenti normativi e pianificatori specifici e non andrebbero inseriti all’interno di un Piano Casa regionale, che appunto, deve prioritariamente occuparsi di gestire il rinnovo del patrimonio edilizio residenziale e la riqualificazione di aree urbane degradate”.
Per il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Leopoldo Freyrie, ”il rischio di questo tipo di provvedimenti incoerenti si sostanzia, tra l’altro, in una procedura che non tiene nella dovuta considerazione i problemi specifici delle aree di particolare pregio ambientale e vanifica ogni norma e battaglia culturale volta a tutelare un bene non rinnovabile come quello del territorio.
In questo senso l’intervento del Ministro Galan rappresenta una misura necessaria”.
L’auspicio dei professionisti italiani e romani e’ dunque quello che, attraverso il pronunciamento richiesto alla Corte Costituzionale, si possano chiarire i limiti e le competenze della legislazione urbanistica locale riaffermando la necessita’ di agire sul territorio in modo consapevole e rispettoso delle leggi”.
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