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Manovra, Assoedilizia contro l'aggiornamento delle rendite catastali
Secondo il presidente Achille Colombo Clerici la misura è fortemente discriminatoria nei confronti del mercato immobiliare italiano

Riportiamo il commento del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici alle misure sulla tassazione degli immobili contenute nella manovra finanziaria ter di dicembre 2011.

“L’aumento indiscriminato dei valori imponibili catastali ai fini della applicazione dell’IMU, previsto nella spropositata  misura del 60%, introduce fattori di grave sperequazione e distorsione nella tassazione degli investimenti del risparmio.

1) Esso infatti discrimina fortemente l’investimento immobiliare rispetto all’investimento finanziario.

2 ) Amplifica enormemente, rendendole intollerabili, le disparità tra i valori catastali rimasti inalterati da decenni e quelli recentissimamente già aggiornati con risultati che in taluni casi sono arrivati al triplicamento dei valori catastali storici;  valori recentemente aggiornati per i quali l’ulteriore aumento fino al 60% conduce a gravi effetti espropriativi, comportando basi imponibili di valore superiore a quelli di mercato e prelievi fiscali superiori alla effettiva redditività.

Per cui occorrerebbe, quanto meno, lasciare esenti da effetti moltiplicatori tutti i valori catastali derivanti da recenti attribuzioni di rendite, e da revisioni intervenute dopo l’entrata in vigore della legge finanziaria 2004-2005, la quale introdusse le revisioni per microzone ed i riclassamenti conseguenti a denunce di variazioni catastali.

Si dovrebbe inoltre sospendere ogni ulteriore attività di revisione dei vecchi valori catastali, avendo il Governo optato per un aggiornamento generale di tipo automatico.

3) E’ fortemente discriminatorio nei confronti del mercato immobiliare italiano perché colpisce solo coloro che hanno investito in immobili in Italia, lasciando indenni tutti coloro che hanno acquistato immobili all’estero, pur rispettando le norme valutarie.

4) Gravemente punitivo nei confronti dell’investimento in immobili in locazione è l’innalzamento dell’aliquota Imu, dallo 0,4 per cento come previsto nella bozza originaria del Decreto, allo 0,76 elevabile fino all’ 1,6%. In città come Milano tra incremento di aliquote e dilatazione dei coefficienti moltiplicatori si potrà arrivare a triplicare il costo dell’ attuale ICI.

Effetti prevedibili:

– Seria depressione del mercato immobiliare italiano, in tutti i comparti: riduzione dell’attività edilizia nuova produzione, recupero, compravendite.

– Disincentivazione degli investimenti stranieri in Italia nel settore immobiliare, e parallela spinta agli investimenti italiani all’estero.

– Ridimensionamento del valore di mercato degli immobili con effetti negativi sul ricavo dalle operazioni di  dismissione degli immobili pubblici.

– Forte disincentivo all’investimento nelle abitazioni in locazione.

– Aumento della tensione nel campo della locazione con inevitabile spinta all’aumento dei canoni di locazione di immobili sia abitativi, sia ad uso diverso, come gli uffici ed i negozi”.

Fonte: Assoedilizia

 


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