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ICI sugli immobili commerciali della Chiesa
La proposta del Governo Monti alla vigilia della cerimonia per i Patti Lateranensi. Stupore dei Comuni che non sono stati consultati sulla vicenda

Arriva l’Ici sui beni della chiesa. Ovviamente non sulle strutture religiose. Ma su quelle commerciali: cliniche, pensioni, scuole.

Per l’esenzione non basterà più avere all’interno dell’immobile una struttura religiosa. Questa continuerà ad essere esente, ma il fisco guarderà alla destinazione prevalente, individuando un rapporto percentuale, e su tutto il resto si pagherà il dovuto.

La norma, che vale circa 100 milioni di maggiori tributi, avrà impatto su tutti gli “enti non commerciali”, in pratica sul mondo del volontariato e delle organizzazioni non lucrative.

Come era già chiaro dal confronto ‘diplomatico’ in atto oramai da qualche mese, la novità non trova l’opposizione della Conferenza Episcopale Italiana.

Anzi, la Cei dice che “ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità”. Certo però – mettono in guardia i vescovi italiani – bisognerà fare attenzione che “sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit”.

Stupore viene invece espresso dai Comuni, che sono i destinatari del maggior gettito, per non essere stati consultati.

La decisione di Monti arriva proprio alla vigilia della cerimonia per i Patti Lateranensi che vedrà il premier Mario Monti e gran parte del suo governo incontrare, nell’ambasciata italiano presso la Santa Sede, i vertici del Vaticano, il presidente della Cei Angelo Bagnasco e il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone in primis.

Il tema era comunque sul tavolo già da qualche tempo. Lo scorso dicembre Bagnasco si era detto “disponibile a chiarire, a fare alcune precisazioni, qualora queste precisazioni si rivelino necessarie”.

A fine gennaio, poi, la Cei aveva resa nota la propria “disponibilità”, visto che si tratta di “materia di tipo unilaterale e non concordataria”, cioé “una legge dello Stato: e alle leggi si obbedisce”.

Il dossier, aveva spiegato nei giorni il presidente del Consiglio, era in fase avanzata. Anche perché sul tema pende una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, aperta nell’ottobre del 2010, che l’Italia spera ora di chiudere.

Tant’é che l’annuncio è stato dato dallo stesso Monti proprio con una lettera inviata al vice presidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, nella quale lo rassicura dell’ “intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione”.

La norma avrà comunque impatto generale. Su tutti gli enti non commerciali, dalle Onlus alle associazioni no profit. Difficile quantificare la stangata: le cifre sono contrastanti, ma gli ultimi calcoli, effettuati proprio dalla commissione che ha esaminato le diverse agevolazioni fiscali Italiane, hanno indicato in circa 100 milioni l’ammontare dell’agevolazione finora concessa.

Le linee guida per la nuova Ici sul mondo degli enti non commerciali saranno quattro:

1) l’esenzione farà riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività commerciale;

2) verranno abrogate le norme che prevedono l’esenzione per i luoghi nei quali l’attività non commerciale non sia esclusiva ma solo prevalente;

3) l’esenzione sarà limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale;

4) verrà introdotto un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministero dell’Economia per individuare il rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno dello stesso immobile.

Per i dettagli bisognerà attendere la norma, ma certo già l’impegno annunciato all’Ue, visto che il dibattito è annoso, appare una novità rilevante.

Fonte: Ansa

 

 


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