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Edilizia residenziale pubblica, nuova legge in Veneto
La riforma affronta il mutato assetto delle Aziende e la governance, le innovazioni in materia di funzioni e attività svolte dalle Ater e le nuove regole per gli affitti
“Una vera e propria riforma dell’Edilizia Residenziale Pubblica nel Veneto, una riorganizzazione attenta, ponderata e soprattutto rispondente alle esigenze di ammodernamento del patrimonio, di arricchimento delle funzioni svolte dagli Ater, di semplificazione delle procedure, di snellimento delle strutture operative, di contenimento dei costi, di reperimento di risorse, per fare in modo che l’azione della Regione sul fronte del ‘bene casa’ sia ancora più efficace e produttiva e garantisca un aiuto concreto, in un contesto di equità sociale, per quei nuclei familiari che ne hanno davvero bisogno”.
Così l’assessore veneto Massimo Giorgetti ha annunciato l’avvenuta approvazione oggi da parte della Giunta regionale del Progetto di legge “Norme in materia di edilizia residenziale pubblica”, un testo unico che raccoglie e coordina disposizioni originariamente comprese in varie leggi e che, insieme ad altri due strumenti che la Giunta ha varato e sta per varare, cioè il Piano straordinario di vendita degli alloggi Ater e il Piano strategico delle politiche della casa, rappresenta di fatto la riforma del sistema regionale dell’edilizia pubblica, che, “alla luce della crisi economica in atto – ha sottolineato Giorgetti – sarà una delle questioni centrali nei prossimi anni”.
Il Disegno di legge approvato oggi dall’esecutivo di Palazzo Balbi e che passa ora all’esame della competente Commissione consiliare e poi del Consiglio regionale, affronta sostanzialmente tre temi: il mutato assetto delle Aziende e la governance; le innovazioni in materia di funzioni e attività svolte dalle Ater; le nuove regole per gli affitti.
Per quanto riguarda l’assetto, rimangono le sette Ater territoriali quali Enti di diritto pubblico ed economico, i cui organi gestionali però vengono numericamente ridotti: ogni azienda avrà solo un Amministratore Unico e un Revisore dei conti, al posto dell’attuale consiglio di amministrazione, composto dal presidente più quattro consiglieri, dal collegio composto da cinque revisori e dalla Commissione tecnica con due membri. “In sintesi, le nomine in ognuna delle sette aziende si riducono da 12 a 2 – ha spiegato l’assessore – per un totale che passa da 84 a 14: un taglio di ben 70 posti che garantisce un risparmio tra i 250 e i 300 mila euro”.
La seconda novità riguarda l’implementazione delle attività delle Ater: confermati gli interventi nel campo dell’edilizia sociale tradizionale, è previsto un più forte impegno nell’ambito del ‘social housing’, cioè degli alloggi a “canone concordato”, per fornire una soluzione abitativa a quei nuclei familiari che non sono in possesso dei requisiti d’accesso per l’assegnazione di alloggi popolari, ma sono nel contempo impossibilitati a far fronte economicamente ai canoni di affitto proposti dal mercato libero.
Gli Ater, potranno anche occuparsi di edilizia universitaria e di gestire i patrimoni pubblici di altri Enti, come quelli delle Ulss e dei Comuni, “e non necessariamente solo quelli destinati all’abitazione” ha precisato l’assessore. Inoltre, secondo quanto previsto dal codice degli appalti, è prevista la possibilità per gli Ater di fungere da stazione appaltante unica: “Ciò significa che i Comuni o le loro unioni – ha fatto l’esempio Giorgetti – potranno avvalersi delle Aziende per realizzare le proprie opere pubbliche, dalla progettazione alla gara”.
Il terzo elemento di innovazione riguarda le nuove regole per gli affitti e in particolare il passaggio, nello stabilire i limiti per l’attribuzione degli alloggi e i canoni, da un sistema basato esclusivamente sulla denuncia dei redditi all’ISEE ERP, cioè a una valutazione che tiene conto, oltre al reddito, anche della situazione patrimoniale del richiedente. “Particolarmente rilevante è il fatto che non ci sarà più l’assegnazione di alloggi – ha sottolineato Giorgetti – ma una locazione degli stessi, attraverso la stipula di contratti a termine, di quattro anni in quattro anni, rinnovabili, che cambiano il rapporto con l’utente, responsabilizzandolo maggiormente sia sul piano comportamentale, sia nel rispetto del pagamento del canone e delle spese condominiali”.
Dopo l’entrata in vigore della legge è previsto che la Giunta provveda alla nomina dell’Amministratore Unico o, fino alla stessa, di un Commissario straordinario. Dovrà, inoltre, predisporre entro termini precisi una serie di provvedimenti attuativi, ai quali sta già lavorando, tra cui la definizione del termine di durata del rapporto di locazione e l’entità dei nuovi canoni.
“Una rivisitazione del sistema, quindi, era necessaria – ha concluso Giorgetti – essendo ormai trascorsi più di quindici anni dalla ‘rivoluzione’ che trasformò gli Istituti Autonomi Case Popolari (IACP) in Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale (ATER). Ora riteniamo sia quanto mai opportuna questa riforma dell’assetto istituzionale, organizzativo e funzionale delle Aziende, in coerenza con gli obiettivi che hanno caratterizzato le recenti manovre finanziarie, di riduzione dei costi della politica e degli apparati e di semplificazione dell’azione amministrativa”.
Fonte: Regione Veneto
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