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Terremoto Emilia, Monti firma il decreto per la ricostruzione
Ai proprietari di abitazioni e ai itolari di attività produttive sarà destinato un contributo fino all'80% del costo sostenuto

Il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti ha approvato, di concerto con il Ministero dell’Economia, il decreto che istituisce il Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate colpite dal sisma dello scorso 20 e 29 maggio. Su proposta dei presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, il Presidente del Consiglio stabilisce la ripartizione dei fondi fra le Regioni sulla base dei danni finora riscontrati.

Per il 2012 le risorse del fondo sono così ripartite:
– 95% in favore della Regione Emilia Romagna,
– 4% in favore della Regione Lombardia,
– 1% in favore della Regione Veneto.

Per quanto riguarda gli anni successivi, 2013 e 2014, la ripartizione dei fondi sarà rideterminata dopo la definitiva valutazione dei danni da parte delle Regioni interessate anche eventualmente con conguaglio della quota per il 2012.

Per garantire la parità di trattamento tra i soggetti danneggiati, alla luce delle risorse disponibili, si riconosce:

a) Ai proprietari degli immobili in cui era presente l’abitazione principale un contributo per la ricostruzione o ristrutturazione fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto per effettuare i lavori.

b) Ai titolari di attività produttive un contributo per la ricostruzione o ristrutturazione degli immobili destinati ad uso produttivo e degli impianti fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto per effettuare i lavori.

I contributi saranno erogati per un periodo di quattro anni dal momento del riconoscimento del contributo stesso. Il fondo verrà alimentato dalle risorse derivanti dall’aumento delle accise, per un limite di 500 milioni di euro; dal Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea; dalle somme derivanti dalla riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici.

Inoltre per il 2013 e 2014 il fondo sarà alimentato per un miliardo di euro l’anno per complessivi 2 miliardi attraverso la riduzione delle principali voci della Pubblica Amministrazione.

Fonte: Governo.it


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