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Ambiente, la TARES si pagherà come l'IMU
La nuova tassa sui rifiuti potrà essere pagata in 4 rate con modello F24 o bollettino postale

Il 2013 vede l’ingresso della nuova TARES, il tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili, che gli italiani dovranno pagare in quattro rate a partire da aprile. A pagare saranno tutti i detentori e gli occupanti delle aree suscettibili di produrre rifiuti, cioè esattamente gli stessi soggetti alla vecchia TARSU e TIA, ma con una novità. Rientrano nell’applicazione della TARES anche i proprietari di locali il cui utilizzo sia temporaneo e non superiore ai 6 mesi.

Sono escluse dal pagamento le aree pertinenziali scoperte delle abitazioni private, ma non quelle delle attività produttive e commerciali. In questo senso, dunque, i parcheggi dei centri commerciali saranno considerati aree soggette ad imposizione della TARES.

La base imponibile, sulla quale sarà calcolata la nuova TARES, si baserà sulla superficie calpestabile, dato già in possesso dei Comuni. Tale parametro rimarrà in vigore fino al completo allineamento tra i dati catastali degli immobili con la toponomastica comunale: attività, questa, che viene portata avanti da enti locali e Agenzia del Territorio (ora assorbita sotto l’Agenzia delle Entrate).

Quando si paga la TARES
La nuova TARES sarà pagabile in quattro rate, la prima delle quali è prevista non prima di aprile, secondo un calendario che dovranno decidere i Comuni. Per gli anni successivi, la TARES sarà pagata a gennaio, aprile, luglio e ottobre, ma anche in questo caso il calendario sarà definito a cura dei singoli Comuni.

Come si paga la TARES
Per il pagamento della TARES si seguiranno le modalità già in vigore per l’IMU e prevedono l’impiego del modello F24 o del bollettino postale F24.

A differenza dell’IMU, però, la nuova TARES non ricadrà sulle spalle del mero proprietario dell’immobile, bensì su quelle del residente, e ciò è dovuto al fatto che il tributo si applica a quei servizi ritenuti a domanda individuale, cioè quelli basati solo su chi usufruisce di un tale bene e non chi lo possiede, in teoria anche senza sfruttarlo.

Fonte: Ediltecnico.it


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