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Marche, proposta la proroga di 2 anni per l'inizio e la fine lavori
Si applica anche ai termini relativi alle DIA e SCIA

La Regione Marche mette in campo un ulteriore provvedimento di sostegno all’edilizia marchigiana, per contrastare l’aggravarsi della crisi, con una proposta di legge che proroga di due anni i termini di inizio e di fine lavori.

La proposta è stata presentata alla giunta dall’assessore al Governo del territorio Luigi Viventi.

“E’ noto infatti – spiega l’assessore – che molte imprese del settore trovano attualmente difficoltà nel rispettare i termini previsti dai permessi di costruire, e in particolare quello di ultimazione dei lavori, a causa della forte contrazione delle vendite degli immobili”.

La normativa vigente prevede infatti il massimo di un anno per l’inizio dei lavori e tre anni per la loro ultimazione, decorsi i quali il permesso decade e la realizzazione della parte dell’intervento non ultimata è subordinata al rilascio di un nuovo permesso di costruire, con conseguente corresponsione di un nuovo contributo.

“In questo momento storico di particolare difficoltà economico finanziaria – prosegue Viventi – le imprese edili non riescono a sopportare ulteriori aggravi e quindi la nostra proposta di legge, che intende rendere uniforme la valutazione della concessione su tutto il territorio regionale, stabilisce che su richiesta dei soggetti interessati siano prorogati di due anni i termini di inizio e di ultimazione dei lavori indicati nei permessi di costruire rilasciati prima della data di entrata in vigore della normativa e ancora in corso alla medesima data”.

La proroga si applica anche ai termini relativi alle denunce di inizio attività (Dia) e alle segnalazioni certificate di inizio attività (Scia) presentate fino alla stessa data.

Una analoga disposizione, che dilata i termini previsti nel testo unico in materia edilizia, è stata da tempo adottata dalla Regione Umbria (n.1/2004) e una norma analoga a quella prevista nelle Marche è contenuta anche in una recente legge della Regione Emilia Romagna (n.16/2012).

Fonte: Regione Marche


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