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Appalti, l'80% dei piccoli Comuni non ha attivato la centrale di committenza
Lo rivela il Primo Rapporto sull’attuazione dei nuovi obblighi realizzato da ITACA
Nella seduta del 10 aprile 2013 della Commissione infrastrutture, mobilità e governo del territorio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stato presentato il Primo Rapporto sull’attuazione dei nuovi obblighi riguardanti “Le centrali di committenza per gli appalti dei piccoli comuni”.
Il Rapporto è stato predisposto nell’ambito del gruppo di lavoro interregionale ITACA “Appalti Piccoli Comuni coordinato da Regione Umbria, in collaborazione con la Direzione Generale per la regolazione e i contratti pubblici del MIT.
Nel corso del 2012, ITACA ha, infatti, realizzato un’ampia ricerca per verificare lo stato di attuazione del nuovo sistema di aggregazione degli appalti introdotto con l’art. 33, comma 3-bis del D.Lgs. 163/2006. I dati elaborati all’interno del Rapporto, censiti con la collaborazione degli Osservatori regionali sui contratti pubblici e del Servizio Contratti Pubblici (SCP) del MIT, fotografano lo stato di attuazione delle centrali di committenza. Il questionario è stato compilato da circa 1.200 comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e che rappresentano il 70% circa degli 8.092 comuni italiani.
Dall’analisi dei dati elaborati, risulta che più dell’80% delle amministrazioni sotto i 5.000 abitanti non si sono ancora attivate per la costituzione delle previste centrali di committenza costituite nell’ambito delle unioni dei comuni per la gestione associata dell’acquisizione di lavori, servizi e forniture, o tramite apposito accordo consortile.
I dati raccolti evidenziano, in particolare, che l’83,2% dei comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti e l’84,7% dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti ha risposto al questionario affermando che la centrale di committenza “Non è stata ancora prevista”. Per quanto concerne invece le centrali di committenza “già avviate”, si segnala la prevalenza del ricorso allo strumento dell’Unione di comuni, per una percentuale pari al 45,5%.
Le difficoltà operative dei piccoli e piccolissimi comuni sono di tutta evidenza, e proprio in quest’ottica, il Rapporto intende fornire un possibile contributo operativo, con approccio positivo finalizzato alla costruzione di nuovi scenari organizzativi delle amministrazioni mediante la condivisione di alcune delle migliori esperienze già maturate sul tema.
L’obiettivo è stato quindi quello di raccogliere e divulgare le buone prassi emerse che testimoniano l’esistenza di valide esperienze già realizzate di aggregazione della domanda.
Fonte: Itaca
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