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Riordino del territorio: il Veneto vara il cambiamento
Diminuzione numero di Comuni, semplificazione procedure, contenimento dei costi: ieri il voto in Commissione consiliare
Una riforma vera, concreta ed aderente alla conformazione del territorio: è quella avviata ieri in Veneto, con voto unanime della Prima Commissione consiliare, ed attraverso la quale parte il riordino territoriale regionale proposto dall’Assessore regionale agli enti locali Roberto Ciambetti.
Quella inaugurata nella giornata di ieri, nelle parole dell’Assessore, si configura come una possibile svolta epocale: “Si è conclusa la prima parte di un lungo percorso – ha affermato Ciambetti commentando il voto – che dovrebbe sfociare nella significativa diminuzione del numero dei Comuni e quindi nella semplificazione di procedure, razionalizzazione della pianificazione di area, contenimento dei costi e delle spese a carico dei cittadini”.
“Non posso essere che soddisfatto, perché la Commissione consiliare, e il suo presidente, hanno colto l’importanza di questo percorso e il voto unanime dei consiglieri è la riprova della volontà di procedere sulla via di vere riforme”. L’Assessore ha poi aggiunto che in questo modo il Veneto cambia volto e “pur mantenendo l’identità locale, muta la mappa funzionale-operativa: abbiamo identificato bacini omogenei minimi, differenziati a seconda anche della tipologia del territorio visto che governare un’area montana pone problematiche ben diverse dal governo di un’area ampia di pianura, per i quali il rapporto tra territorio-abitanti e istituzione locale è ottimizzato: sotto quel limite si entra in una fascia di diseconomia, eccessivamente costosa e insostenibile non solo nei costi materiali, ma anche nei costi derivati, processi decisionali, iter autorizzativi e via dicendo”.
Per giungere a questa proposta condivisa è stato attraversato un lungo percorso: “Un grande lavoro di squadra sotto la regia regionale in anni di lavoro e coinvolgimento di tutti gli attori sociali, grazie al contributo di enti di ricerca, università, centri studi” ha continuato Ciambetti. Tra gli elementi determinanti che hanno reso possibile la partenza del riordino l’Assessore inserisce “la metodologia di lavoro innanzitutto, senza forzature né, tantomeno, scelte calate dall’alto con un metodo che ha portato a stendere una riforma calata nelle esigenze del territorio“. E poi la concretezza: “Il Veneto dimostra ancora una volta la sua concretezza: mentre altrove si parla rumorosamente di riforme – conclude Ciambetti -, qui le riforme si fanno, senza clamore ma con risultati concreti”.
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